Pignoramento della Pensione 2024: Nuovi Limiti e Regolamenti
Nel 2024, le normative italiane sul pignoramento delle pensioni hanno fissato nuove soglie, mantenendo la protezione del minimo vitale per i pensionati. Questo processo, noto come pignoramento presso terzi, permette ai creditori di recuperare i propri crediti trattenendo una parte dell’assegno pensionistico, ma con dei limiti per garantire la sussistenza dei debitori.
La legge prevede che non possa essere pignorata la pensione fino all’importo equivalente al doppio del valore dell’assegno sociale attuale di 534,41 euro, vale a dire per il 2024 fino a 1.068,82 euro al mese. Solo la parte eccedente questo minimo vitale è pignorabile, e può essere trattenuto fino al 20% (1/5) della somma restante. Ad esempio, per una pensione di 1.500 euro, si possono pignorare solo 86,23 euro.
In caso di molteplicità di tipologie di ragioni di credito, la parte eccedente può essere pignorata fino alla metà ( art. 545 cpc) . Le pensioni di invalidità civile e altri trattamenti assistenziali, come l’indennità di accompagnamento, sono esenti dal pignoramento, ma la pensione di reversibilità non lo è. Inoltre, se la pensione o lo stipendio è già stata accreditata sul conto corrente del debitore, si può pignorare soltanto l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale somma che per il 2024 è pari ad € 1.603,23. L’Agenzia delle Entrate applica limiti diversi, in ragione dell’entità del debito: 1/10 fino a 2.500 euro, 1/7 fino a 5.000 euro, e 1/5 per somme superiori a 5.000 euro. Queste norme garantiscono un equilibrio tra i diritti dei creditori e la protezione dei pensionati, salvaguardando il loro minimo vitale per una vita dignitosa.