Esdebitazione Negata dal Tribunale: Mancanza di Meritevolezza

Il Tribunale di Ferrara ha rigettato una richiesta di esdebitazione immediata, giudicandola carente sotto il profilo soggettivo ai sensi dell’art. 283, comma 7, del Codice della Crisi e dell’Insolvenza. La domanda era stata presentata da un soggetto in stato di sovraindebitamento che, nonostante l’attività imprenditoriale a bassa redditività, aveva scelto di proseguire senza versare sistematicamente i tributi IVA, invece di cessare l’attività o ridimensionare i debiti.

Il ricorrente aveva dichiarato che il sovraindebitamento fosse legato alla necessità di assistere un familiare invalido. Tuttavia, la documentazione presentata non ha dimostrato un collegamento diretto tra la situazione personale e il mancato adempimento fiscale.

Secondo il Tribunale, il comportamento tenuto, incluso il proseguire un’attività non sostenibile senza versare tributi, ha aggravato la condizione debitoria, escludendo l’accesso al beneficio dell’esdebitazione. La decisione ribadisce come il mancato pagamento delle imposte, pur non configurandosi necessariamente come reato, rappresenti una violazione del principio di solidarietà sociale sancito dalla Costituzione, generando distorsioni nel mercato e aggravando il dissesto economico.

Liquidazione Controllata e Atto in Frode: La Condotta del Debitore

La sentenza n. 32432 del Tribunale di Prato del 29 novembre 2024, offre spunti rilevanti sulla gestione della liquidazione controllata e sulle implicazioni di una condotta fraudolenta da parte del debitore. Il caso riguarda un debitore che ha prelevato somme dalla propria società come acconto su utili futuri, consapevolmente inesistenti. Tali somme sono state utilizzate per pagare creditori e soddisfare esigenze personali, ma hanno portato a un aumento dell’esposizione debitoria attraverso interessi e sanzioni fiscali non onorate.

Anche se tale comportamento non è un requisito imprescindibile per l’apertura della liquidazione controllata, il Tribunale ha ritenuto necessario un approfondimento da parte dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). L’obiettivo è verificare se tale condotta possa integrare una frode, con la consapevolezza che l’inesistenza degli utili rappresenta un chiaro indizio di un atto fraudolento.

Questa condotta, che inizialmente il debitore ha cercato di giustificare, costituisce una notizia di reato, che deve essere indagata dalla Procura della Repubblica. Il caso evidenzia come la liquidazione controllata, pur non essendo legata strettamente alla frode, diventi uno strumento utile per chiarire la natura del comportamento del debitore e le sue implicazioni legali.

La sentenza, pubblicata il 24 dicembre 2024, apre la strada a un’ulteriore riflessione sul corretto uso della liquidazione controllata, soprattutto quando è coinvolta una gestione illecita delle risorse aziendali.